Slittano a fine giugno 2017 i controlli sugli impianti di riscaldamento in condominio.
La questione non era di facilissima risoluzione poiché le norme che impongono i contabilizzatori sono l’attuazione obbligatoria di una direttiva europea 2012/27/Ue i cui termini erano peraltro già scaduti.
Il Consiglio dei ministri, con l’approvazione di quanto inserito nel Dl “Milleproroghe” il 28/12/2016, all’articolo 6, comma 10 che sostanzialmente posticipa di sei mesi quanto previsto alle lettere a) e b) del comma 5, articolo 9, del D.Lgs 104/2014, ha disposto il rinvio al 30 giugno 2017 del termine entro il quale occorre installare sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore.
Fino ad oggi, in molti edifici non è stato possibile adempiere a quanto imposto dalla legge a causa del ritardo – il Dlgs 146/2016 è stato pubblicato a Ferragosto – con cui è stato approvato il decreto che ha modificato le regole applicabili e dell’impossibilità materiale, per le imprese, di soddisfare le innumerevoli richieste.
La proroga, quindi, permetterà ai condomini di avere sei mesi in più per dotarsi di contatori di fornitura e valvole termostatiche sui singoli termosifoni per la regolazione della temperatura.
L’inadempienza agli obblighi, infatti, avrebbe comportato, dal 1 Gennaio 2017, multe da 500 a 2.500 euro sia per il condominio che per il singolo proprietario dell’unità immobiliare.
I sei mesi in più a disposizione potranno consentire ai tanti proprietari e amministratori condominiali di attivarsi per l’applicazione della normativa.
Va fatta, però, un’osservazione più generale: i controlli spettano principalmente alle Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) che difficilmente avrà l’effettiva possibilità di esercitare i controlli sull’installazione. Soprattutto considerando che sanzionare chi abbia deliberato, nei termini previsti, i lavori, stanziato i fondi e scelta l’impresa, e sia “fuorilegge” a causa dei ritardi dell’impresa stessa, comporterebbe l’immediato ricorso al TAR con buona possibilità di vittoria.
Piuttosto, ora che tutto è rinviato a giugno 2017, resterebbe da affrontare la ripartizione delle spese per come è stabilita dalla direttiva Uni 10200. La ripartizione dovrebbe essere equa, suddivisa in base ai consumi ma rischia di essere squilibrata perché chi vive in appartamenti più difficili da riscaldare, per la particolare esposizione o perché si trovano ai piani più alti, consuma necessariamente di più arrivando a sostenere spese superiori anche del triplo rispetto rispetto ad un appartamento in posizione centrale.